Ho traslocato su erounabravamamma.it

Vi aspetto!

martedì 26 gennaio 2010

La quiete dopo la tempesta

Ancora 5 minuti

Dialogo tipo tra la Pupa e un adulto attorno alle ore 20.45.
Adulto: "Non prendere altri giochi che si va a nanna"
Pupa: "Va bene, ma giochiamo ancora un po'."
"Sì, ma tra poco preparo il latte."
"Sì, fra un attimino." (nessuno in casa dice "un attimino", n.d.r.)
"Ora vado a scaldare il latte."
"Non puoi alzarti. Le tue gambe fanno da recinto e gli animali scapperebbero."
"Puoi usare il recinto rosso."
"Non si tirano fuori altri giochi prima della nanna".
(...)
"Pupa, ora vai a letto con le buone o... con le buone."
"Hai detto due cose uguali."
"E' che non voglio darti le totò sul culetto per così poco."
"Cosa sono le totò sul culetto?"
"Le totò... Eh... Le sculacciate."
"Voglio le sculacciate. Non le ho mai avute. Tu da quattro anni avevi le sculacciate?"
"Uhm, forse sì."
"E anche la zia Bubu e lo zio Matteo?"
"Penso di sì."
"Allora le voglio anch'io."
(...)
"Pupa, ora dormi, spegniamo."
"No afpetta, ti leggo una storia."
"No, Pupa, sono io che ti leggo le storie. E te ne ho già lette tre."
"La nonna Mao me ne legge mille. Anzi, quaqquo. Anzi, cincio."
"Pupa! Adesso spegniamo."
"Perché voi genitori siete esafperati?"

(Nel buio, qualche minuto dopo)
"Compriamo qualche dinosauro in caso il fatellino crescendo ne volesse alcuni?"
"Pupa, ora basta. Sono le ventordici e novattanta. Devi dormire. Fai la nanna."
"Ma il buio è un rapinatore."
"Ah, sì? E cosa rapina?"
"Dinosauri".
(...)
"Ciuc, ciuc, ciuc"
"Pupa, basta. E questo cos'è?"
"Siccome mi avete tolto il ciuccio, lo faccio io con la bocca".

Sul sonno il Pupo e la Pupa sono diversi da sempre. Con lei avevo anche provato il controverso Fate la nanna, esafperata da lotte estenuanti ogni sera prima di farla addormentare. Se Estivill diceva, "Il bambino la prima sera potrebbe piangere anche un'ora", lei piangeva tre ore. Quello consigliava di entrare nella stanza e consolare il bambino senza prenderlo in braccio, lei lasciava intendere che se non l'avessi presa mi avrebbe denunciato appena cresciuta abbastanza da chiamare il 113. Per cercare di sopportare lo strazio mi facevo un paio di birre, ma sono andata avanti cinque sere e poi ho mollato il colpo. Oggi in qualche modo entro le 21 si addormenta, ma ragazzi, che roba.

Il Pupo si lancia letteralmente nel sonno alle 20 - cade riverso, bocconi, appena tocca il letto, e si capisce che vorrebbe protestare ma semplicemente non ce la fa. Del resto nelle sue otto ore totali di attività quotidiana (sedici, infatti, le passa privo di coscienza) lui semplicemente termina tutto quel che incontra. Non c'è cosa pericolosa che gli sfugga: mangia i pennarelli, la terra delle piante, in dispensa ruba i tetrapak dagli scaffali e li azzanna. Ha studiato il modo di fregarsi il cibo e di nasconderlo in pattumiera; nella sua testa probabilmente c'è che lo mangerà in un secondo momento, quando nessuno lo guarda. A 14 mesi pesa 12 chili e mezzo, è alto come un bambino di 2 anni, porta il 23 di scarpe, ha i dorsali di un nuotatore. Fa tre colazioni: latte e biscotti dal biberon assieme a sua sorella, yogurt con me 30 minuti dopo, frutta con la tata verso le 9.30. Quando vede un mandarino pianta i denti nella buccia e urla se qualcuno cerca di fargli capire che si mangiano solo gli spicchi. La sua ultima passione è prendere l'acqua dal biberon e rovesciarla tutta per terra, premendo la tettarella con quelle sue manine precise e implacabili. Quando ha fatto un lago ci si sdraia a pancia in giù e comincia a leccare. E' convinto che si debba bere così. Evidentemente memore di una scottatura, nella sua vita di tutti i giorni adotta un'unica forma di prudenza: soffia su tutto il cibo, "fff, fff, fff", prima di metterlo in bocca, comprese le mele e i pomodori.
Per il resto, crede di esser grande, e si comporta di conseguenza. Corre come un matto per le stanze e nella casa-cantiere dove viviamo non c'è scalino, spigolo, porta che gli sfugga. Non articola una parola tranne "mamma" e una curiosa imitazione dei rutti di sua sorella, che somiglia allo sfiato stanco di un anziano. Quando lo chiamo affettuosamente "piscione" fa "no-no" con la testa, poi ride e mi fa una pernacchia.

mercoledì 20 gennaio 2010

Da che punto guardi il mondo tutto dipende

Ci sono delle volte in cui una donna ha bisogno delle sue amiche (e dei suoi amici), e questa è una di quelle
Ragazze! Ho scritto un pezzo su "Gioia", il giornale per cui lavoro, sull'allattamento. E' un pezzo ironico che parla delle difficoltà, per molte donne, di allattare, del fatto che le istituzioni non aiutano e del fatto che a volte ci si sente anche colpevolizzate "per non esserci riuscite". Se seguite questo blog sapete che personalmente ho allattato a lungo, con gioia, i miei figli e che di sicuro non ho nulla contro l'allattamento al seno. Ebbene, poiché l'allattamento è evidentemente uno dei temi caldi e che stanno più a cuore alle donne, questo ha scatenato una serie di commenti, molti dei quali francamente offensivi, da parte di chi non ha nemmeno letto l'articolo e che mi dà dell'ignorante (e peggio) accusandomi di "voler dare dei soldi alle multinazionali del latte" e altre che cose spiacevoli che se vorrete leggerete voi stesse. Perciò vi prego: se avete 5 minuti, andate sul sito www.gioia.it e inserite dei commenti, non dico di strenua difesa nei miei confronti ma che introducano almeno un po' di equilibrio in quel che sta diventando un'ondata di folle (e ingiustificato) rancore, quasi a senso unico peraltro. Peraltro ci trovate anche il testo dell'articolo. Sono molto amareggiata. Grazie in anticipo!
P.S. AGGIORNAMENTO: ora (spero) la cosa si sta un po' riequilibrando. Ragazzi, mannaggia a internet. Porca pupazza, proprio a me che
a) non ho sul blog (per scelta) nemmeno un link sponsorizzato
b) rifiuto ogni forma di pubblicità, non cito mai una marca e sono stata perseguitata per mesi dall'entourage di una nota cantante per aver rifiutato di inserire in un mio articolo lo sponsor del suo tour, che era quello di una nota marca di pasta...
c) non dico le parolacce
d) ascolto sempre tutti
e) dalla mia consulente della LLL mi son sentita dire che avevo il seno di forma sbagliata, il seno troppo attaccato al busto, e che "la bambina aveva nei miei confronti un rifiuto GLOBALE".
f) nonostante questo ho allattato i Pupi fino allo sfinimento e se avessi un altro Pupo lo rifarei, nonostante la fatica, perché è bello e utile
g) adesso mi trovo pure a dover subire minacce telematiche

non vedo l'ora di poter tornare a parlare d'altro...

lunedì 18 gennaio 2010

Le grandi domande dei bambini

La Pupa è una tipa molto curiosa, e

Ultimamente uno degli obiettivi dichiarati della Pupa, quattro anni e mezzo, è quello di essere "uguale a me". "Mamma, voglio avere la voce come la tua, i capelli come i tuoi, i denti come i tuoi e voglio anche chiamarmi Paola come te. I piedi però ce li ho cicciotti come quelli della Nonna Mao, e me li tengo così." 
Passiamo le giornate a fare allegri confronti. "I polmoni li voglio come quelli di Bau" (Mike Delfino, n.d.r.) "e come quelli della ZiaBubu, che sono fortissimi. E anche i muscoli li voglio che scottano, come i loro. Tutto il resto lo voglio come te. La voce come la tua, i capelli come i tuoi, i denti come i tuoi..."
"Sì, sì, e vuoi anche chiamarti Paola come me".
"Come fai a saperlo?"
(...)

A furia di continuare a riflettere sulle parti del corpo, dopo settimane di ragionamenti la Pupa ha elaborato La Domanda.

"Mamma, come si fanno i bambini?"
Be', che volete che vi dica. Le ho spiegato TUTTO.


venerdì 15 gennaio 2010

Bambini e vaccinazioni

Se il fratellino parla il Lela Lela
Gennaio, tanto per cambiare tempo di malanni. La Pupa, che in questo campo non si fa mai mancare niente, nei giorni scorsi si è beccata il famoso virus gomitone, che in realtà era un misto di tonsillite, febbre e acetone, per cui tra un conato e l'altro si lamentava pure di avere mal di gola.
Mentre i costruttori della casa-cantiere facevano un giro di ricognizione all'ultimo piano per controllare lo stato dell'arte delle muffe (ora rosa, verdi e anche grigiastre. Ma la soluzione pare dietro l'angolo), Ella gomitava elegantemente, in silenzio e con garbo, nel soppalco, sul divano di quella che lei stessa definisce "la camera degli ossspiti". Poco male per il divano, trattandosi di un Ektorp di Ikea comprato scontatissimo su eBay e peraltro completamente sfoderabile. Un disastro per la Pupa, che aveva gomito nelle narici e in altri luoghi che non vi rivelerò per non turbare ulteriormente i vostri animi sensibili. In un minuto l'ho spogliata e assieme siam salite verso la vasca della zona notte, aprendoci un varco tra i costruttori e i tecnici e lasciandoci alle spalle un alone inconfondibile. La Pupa, nuda come io l'ho fatta, 106 centimetri per 16 chiletti di peso, si è poi sentita in dovere di sottolineare con voce squillante: "Ho il gomito nei capelli", e agli omaccioni del cantiere è tremato il labbro e si è capito che dispiaceva un po' anche a loro.

Il giorno dopo ho portato il Pupo a vaccinarsi. Prima di uscire ho chiamato il consultorio: "Buongiorno, ho appuntamento alle 11.40, ma se avete un buco verrei un po' prima" (Perché avevo accettato un appuntamento alle 11.40, poi?). "Signora, non dovesse esserci problema. Vieni prima, dici che sei arrivata e ti infilano". "Ok, grazie".
Sono arrivata alle 10.30: davanti a me c'erano circa venti nuclei familiari compresa la madre affranta di tre gemelli. Mi sono rassegnata e ho aspettato. Alle 11.50 ho creduto toccasse a me. "Signora, il suo nome non è in lista". "Come, non è in lista?". "Non. E'. In. Lista. O ha sbagliato giorno o ha sbagliato posto". "Impossibile. Non mi succede mai".
Credo che sia per il modo in cui ho detto "Non mi succede mai" che la segretaria del centro ha chiamato tutte le Asl di Milano per togliersi la soddisfazione di sapere se il mio nome risultava prenotato presso qualcuno di loro. In cinque minuti è tornata. "Signora, doveva andare in via Guerzoni. Non. Qui. Da. Noi".
Mentre il Pupo ipereccitato smontava mezzo ambulatorio, con una dottoressa dal finto sorriso che gli diceva "Tesoro, non qui, non fare così" e si capiva che avrebbe voluto strozzarlo, ho pensato che io la via Guerzoni non l'avevo mai sentita nominare, che la vita è estremamente ingiusta e che sono un'idiota.
Mi sono buttata il bambino in spalla, ho ringraziato Dio di avere un lavoro con degli orari elastici e sono corsa in quell'altro posto là, dove sono arrivata con un infarto in corso. Per fortuna una simpatica mamma algerina mi ha rincuorato raccontandomi storie del suo paese con l'accento dolce. Ma non è finita: al momento della vaccinazione mi han detto che hanno avuto problemi con i fornitori, che mancavano le dosi di esavalente e che dobbiamo tornare il 2 marzo per un richiamo, al che ho sperato di essere in pensione o su un atollo, per quella data. Risultato: il Pupo è stato punto comunque per mezza vaccinazione e ha pianto un po', poi si è ricomposto e mentre lo rivestivo ha cominciato a fare "ciao ciao" con la mano alla dottoressa come a dire, tu qui non mi vedi più, e ce ne siamo andati stanchi ma dignitosi. La sera avevo la febbre.
Mentre Mike Delfino accudiva me e la Pupa malate ha detto, scherzando: "Allora Pupa, domani all'asilo al posto tuo ci porto il fratellino". Lei che ha sempre la battuta pronta nonostante la febbre ha risposto: "Tanto non lo fanno entrare, lo capiscono che è piccolo". "Ah sì? E come lo capiscono?". "Perché non parla niente, parla solo il Lela Lela". Salam aleikum.

giovedì 7 gennaio 2010

Svezzamento atipico

Rodaggio, siamo ancora in rodaggio
Il Pupo sta per compiere quattordici mesi e io per festeggiarlo gli ho tagliato la frangia a scodella. Nemmeno una scodella dritta, che sarebbe già qualcosa. No: siccome il ragazzo è in perenne movimento mi è venuto uno zigo-zago tipo Ande che lo fa sembrare un demente. Conto sul fatto che crescano in fretta e che torni presto a sembrare il ricciolone alla Elvis che noi tutti eravamo abituati a vedere. La Pupa, ormai galoppante verso l'età adulta, si è lamentata per giorni che non trova le cose perché la casa è un bordetto. E io per giorni non ho capito che intendeva bordello. Mi ha anche spiegato, nell'ordine: a) che il processo di digestione avviene attraverso il "calo in un buchetto della pancia di tante palline di cibo. Tu scricchioli, scricchioli, scricchioli con i denti e alcune diventano muscoli, mentre altre, le molte, diventano cacca". b) che Dio ha creato il mondo e già che c'era anche i personaggi, soprattutto zio Quaquerello. c) che nonno Luciano a ginnastica fa fare a tutti la mossa della tartaruga, ma quando le ho chiesto di mostrarmela si è rifiutata. Anche lei ha avuto la sua frangia a scodella ma almeno sta ferma e il risultato è stato vagamente migliore.
Ieri siamo andati al Museo delle Farfalle, a Milano, uno stanzone a trenta gradi di temperatura in cui è stata ricreata una microscopica foresta pluviale. Ci sono più di trecento farfalle che svolazzano qua e là, in mezzo alla gente, senza ritegno. Abbiamo appreso due cose: che vivono solo una settimana (chi l'avrebbe mai detto) e che sono attirate dai colori vivaci. La Pupa aveva una felpa rosa e a un certo punto sembrava un albero di Natale, tutta piena di simpatici insetti. Un'immagine molto poetica ma quando se n'è accorta ha iniziato a strillare che voleva una maglietta nera. Il Pupo ha cercato di afferrarne più d'una con le sue manine a salsiccia e ho il sospetto che se le avesse agguantate se le sarebbe pure mangiate. Ha sempre fame ma l'altra sera, caso più unico che raro, ha schifato la pappa. Mike Delfino si è avviato ai piani alti della casa-cantiere col Pupo buttato su una spalla e l'aria vagamente frustrata: "Strano, stasera non ha quasi toccato cibo, appena cinque cucchiai, che stia covando qualcosa?". Mentre rassettavo la cucina mi è caduto l'occhio sulla busta di polvere biancastra con cui gli aveva farcito il passato di verdure. Humana 2, c'era scritto. Non ci ho impiegato molto a capire che era un residuato di latte artificiale che Mike aveva tirato fuori da chissà dove, e ci credo che il Pupo non aveva mangiato quella sbobba. E dire che in dispensa c'è un vasetto trasparente con la scritta "semolino". "Non l'avevo visto", si è giustificato Mike mentre mi contorcevo dalle risate, e mi è venuta in mente una vecchia pubblicità in cui un lui chiede a una lei "dov'è questo, dov'è quello", e quando lei esasperata all'ennesima domanda gli risponde che il sale sta in freezer lui, diligente, apre l'anta.